Vi presentiamo le quattro donne che hanno vinto il Goldman Environmental Prize 2020 fondato dai filantropi Rhoda e Richard Goldmann nel 1989.Sono una guida da seguire e dimostrano che ogni persona ricopre un ruolo vitale nella protezione e nella cura del Pianeta ferito.Kristal Ambrose, anni 29, è la fondatrice del Bahamas Plastic Movement che, grazie alle campagne di sensibilizzazione organizzate dal 2013 nelle Isole dell’Oceano Atlantico, è riuscito a spingere il governo a vietare i sacchetti di plastica monouso, le posate, le cannucce, le tazze e i contenitori di polistirolo.Annunciato nel 2018, il divieto è entrato in vigore nel 2020.Ambrose aveva iniziato ad occuparsi di ambiente dopo aver assistito al salvataggio di una tartaruga che rischiava di morire a causa della plastica bloccata nel suo stomaco.Dopo questa esperienza, ha fondato il movimento Bahamas Plastic Movement con l’obiettivo di educare i più giovani. attraverso corsi e attività gratuite ad organizzare e ideare pratiche per difendere l’ambiente dai rifiuti.Un problema radicato nelle Bahamas dove la plastica e le micro-plastiche minacciano la fauna, la pesca e la barriera corallina, oltre ad avere impatti sul turismo, risorsa vitale per l’economia locale.Nemonte Nenquimo , appartenente al popolo degli Waorani che vive nel Parco Nazionale di Yasuni in Ecuador, è la co-fondatrice dell’organizzazione “Celibo Alliance” e Presidente dell’Organizzazione Conconawep Waorani Pastaza, Che rappresenta la Comunità indigena nella Provincia di Pastaza.Nel 2018 il governo, con l’obiettivo di attirare gli investimenti di multinazionali straniere, aveva annunciato che 202 mila ettari della foresta amazzonica pluviale, sarebbero stati messi all’asta per consentire le attività estrattive.Nel 2019 Nenquimo, insieme agli altri capi del Popolo Waorani, ha avviato una causa contro il governo accusato di aver mentito nel dichiarare che le Comunità Indigene avevano dato il consenso alla vendita delle loro terre.Nel 2019 ha vinto la causa e la sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello. Nel 2020 l’attivista è stata inserita dalla rivista Tim, tra le 100 personalità più influenti al mondo.LEYDY PEC, apicoltrice Maya, 55enne, ha guidato una coalizione che ha impedito alla multinazionale Monsanto di piantare semi di soia geneticamente modificati, nel Messico meridionale.Originaria dello Stato di Campeche, dove almeno 25 mila famiglie si sostengono grazie al commercio del miele che autoproducono, è specializzata nell’allevamento dell’ape autoctona Melipona beecheii, una specie rara e priva di pungiglione, allevata dai Maya sin dall’epoca precolombiana.Nel 2012 il Governo Centrale aveva concesso alla Monsanto l’autorizzazione di piantare semi di soia in sette Stati Messicani, senza consultare le Comunità locali e violando la Costituzione Messicana e la Convenzione Ilo 169 sui diritti dei popoli indigeni.Pec ha formato una coalizione di Ong e avviato una causa contro il Governo Messicano.Grazie al sostegno dell’Università autonoma del Messico, che ha documentato che tracce del polline della soia modificata erano presenti nel miele e resti di glisolfato nelle falde acquifere della città di Hopelchen e nelle urine degli abitanti, nel 2015 la Corte Suprema del Messico, ha annullato i permessi rilasciati alla Monsanto, stabilendo che le Comunità indigene devono essere consultate prima di ogni scelta.LUCIE PINSON, direttrice della Reclaim Finance ONG , tra il 2017 e il 2019 ha contribuito a spingere le principali banche e gruppi assicurativi francesi (BNP Paribas, Societe Generale, Axa) a sospendere gli investimenti nel settore del carbone e dei combustibili fossili.Solo tra il 2007 e il 2013 i maggiori Istituti bancari e assicurativi avevano elargito prestiti per un valore di 32 miliardi di dollari.Pinson ha organizzato campagne di sensibilizzazione e ha lavorato con la stampa per ricostruire il legame tra gli attori finanziari e il mercato del carbone.Grazie a queste campagne, a giugno 2019, Credit Agricole ha annunciato l’eliminazione graduale del carbone dal proprio portafoglio ed investimenti puliti per allinearsi con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *